Tor Vergata apre le porte al Corso di Laurea Triennale in Psicologia: cosa non è andato per il verso giusto?
Come sappiamo, anche l’Università di Roma “Tor Vergata” ha aperto nell’Anno Accademico 2022/2023 il proprio Corso di Laurea in Psicologia (per essere precisi Corso di Laurea Triennale in “Psicologia Generale, dello Sviluppo, del Genere e del Comportamento Sociale”). Il corso afferisce alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, motivo per il quale ci aspetteremmo di incontrare le neomatricole proprio nell’edificio dell’area di Medicina, accanto al noto Policlinico. Eppure, ciò non avviene… Ma per scoprirne le ragioni dovremmo fare un passo indietro.
L’annuncio dell’apertura del corso ha sorpreso positivamente tutti i residenti laziali, in particolar modo i residenti del frusinate, per i quali l’unica opzione per iscriversi a Psicologia era, fino all’anno scorso, la lontanissima Università “La Sapienza”. Oltre ciò, la grande novità del nuovo corso di laurea è rappresentata dalle modalità di accesso; infatti, l’ingresso a Psicologia Tor Vergata è libero e richiede unicamente una semplice verifica delle competenze. Ciò rappresenta un fattore in controtendenza rispetto al resto delle università nazionali dove l’accesso Psicologia è prevalentemente a numero chiuso, nonostante esso non sia previsto da alcuna norma nazionale come invece accade per i corsi di Medicina. Ma a cosa ha portato la scelta di optare per l’accesso libero? A ciò che era chiaro sarebbe accaduto se soltanto si fosse avuta una maggiore attenzione.
Chi auspicava che la scelta avesse come conseguenza un leggero innalzamento delle domande di immatricolazione, pari circa a 100/150 studenti/studentesse in più rispetto ai limiti solitamente fissati dal numero chiuso (l’Università “La Sapienza”, per esempio, per l’anno accademico 2022/2023 ha fissato il numero dei posti UE disponibili a 275), sarà rimasto alquanto sorpreso dal risultato finale: ben 1.600 nuove matricole. In una Università come quella di Tor Vergata, che si trovava già in una situazione alquanto complicata, a causa della mancanza di aule e luoghi di studio per le note situazioni della Facoltà di Giurisprudenza, è chiaro immaginare cosa questo abbia comportato.
Vorrei porre per un momento l’attenzione sulla scelta dell’accesso libero al corso, evitando di infilarmi in discussioni etiche che riguardano l’abolizione o meno del numero chiuso. Esso viene scelto (salvo per i corsi di medicina e infermieristica per i quali valgono degli obblighi normativi nazionali) sulla base della richiesta futura di specifiche figure professionali nel mondo del lavoro. Le modalità del test e il numero ammissibile di studenti/studentesse, così come tutto ciò che è inerente all’avviamento del corso, come per esempio l’offerta formativa, il numero disponibile di professori ordinari e non, vengono decisi dall’Ateneo e approvati dal Miur (da poco Ministero dell’Istruzione e del Merito), tenendo conto del parere dell’ordine professionale di riferimento, in questo caso l’Ordine degli Psicologi del Lazio. I pareri e le approvazioni di queste parti sociali sono indispensabili per l’avviamento di un qualsiasi corso di laurea.
Durante l’analisi e la successiva stesura di questo articolo, ho avuto il piacere di interloquire con il Presidente dell’Albo degli Psicologi, il Dott. Federico Conte e ciò che è trapelato dalla nostra conversazione è che fin dagli albori il corso di laurea non prospettasse un futuro roseo. Già al momento della sua proposta, la mancanza dei corsi fondamentali per l’offerta formativa e il numero insufficiente di docenti portava l’Ordine degli Psicologi del Lazio a non manifestare un parere positivo sul corso, se non con molteplici riserve. Tuttavia, l’Ateneo aveva mostrato sin da subito impegno nel porre rimedio ad alcuni punti critici e ciò viene confermato anche dall’ultima distribuzione dei cosiddetti punti organico, che mostra per Tor Vergata ben 10 punti attribuiti al solo corso di Psicologia per i prossimi 2 anni (5 P.O. per ogni anno). Per quanto riguarda, invece, il numero di studenti/studentesse ammessi/e, l’Ordine aveva dato per scontato che si sarebbe utilizzato il numero chiuso, così come avviene in qualsiasi Ateneo italiano. Verrebbe dunque da chiedersi: perché allora ci ritroviamo con 1.600 matricole? Sono presenti ancora numerosi dubbi, dovuti anche alle motivazioni avanzate dal nostro stesso Ateneo. Tor Vergata si è giustificata nei confronti dell’Ordine affermando che vi sia stato un “errore amministrativo” nell’apertura delle domande di iscrizione online e che quindi non si trattasse di una scelta volontaria. In altre situazioni, invece, è stata avanzata un’ulteriore spiegazione, che vede l’errore spostarsi sulla documentazione inviata al Ministero. Lascio a voi le conclusioni…
In ogni caso, l’Ordine degli Psicologi del Lazio, una volta appreso indirettamente la notizia del numero di immatricolati a Tor Vergata, ha espresso, data la situazione, un definitivo parere negativo riguardo l’avvio del corso e ha suggerito alla governance dell’Università di restituire le tasse agli iscritti e annullare, almeno per l’anno accademico corrente, il CdL. Nonostante ciò, l’Ateneo ha comunque deciso di avviare il corso per evitare di creare danni a tutte le persone iscritte. Da sottolineare comunque che tale decisione è stata ratificata anche dal Miur.
Conseguenze di ciò? Ad ottobre 2022, mentre gli studenti appartenenti alle altre macroaree iniziavano come di consueto il nuovo anno accademico, le neomatricole di Psicologia, dopo essersi immatricolate e aver pagato la dovuta rata di iscrizione, venivano avvisate dell’impossibilità di poter dare il via al nuovo anno per mancanza di spazi e luoghi adeguati alla didattica. Notizia che ha provocato scalpore sino a raggiungere le pagine de “la Repubblica”. L’inizio delle lezioni, dopo mesi di attesa, è stato poi fissato al 28 novembre 2022. Come è stata risolta l’imbarazzante situazione? Gli studenti e le studentesse sono stati/e informati/e che avrebbero avuto la possibilità di svolgere le lezioni in modalità mista: in presenza, dividendosi tra il CampusX e Sogene (la Macroarea di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali), e da remoto, tramite Teams, in tempo reale o in differita. Su questo punto è necessario far presente che il Campus X è una struttura privata e, di conseguenza, l’Università di Tor Vergata, per poter usufruire di tali spazi, è tenuta al pagamento di un affitto.
Come dicevo all’inizio, per un’Università come Tor Vergata, già in evidente difficoltà a causa della mancanza di spazi fisici destinati alle lezioni e agli studenti e alle studentesse appartenenti alla Facoltà di Giurisprudenza, a causa dei lavori in corso ormai da anni, e agli studenti e alle studentesse appartenenti alla Facoltà di Scienze, che da tempo ormai manifestano la necessità di nuove aule e edifici adeguati, era giusta la decisione di aprire il nuovo corso di Psicologia? E, questa decisione è data dalla necessità di ampliare l’offerta formativa di Tor Vergata o dalla necessità di ampliare il bacino di entrate dell’Ateneo con le tasse di nuovi iscritti? Sono queste le domande che aleggiano in questo momento tra la comunità studentesca e a buona ragione direi.
Ma oltre questo, la preoccupazione più grande che sorge, considerando i pareri espressi dall’Ordine degli Psicologi del Lazio, è se il corso sarà in grado di fornire competenze adeguate alle richieste che provengono dal mondo del lavoro, assicurando un futuro professionale ai futuri laureati e alle future laureate in Psicologia.
Nonostante la situazione attuale, ci auguriamo comunque che le promesse fatte dal Neorettore, il Professor Nathan Levialdi Ghiron, tra le quali il completamento dei lavori della Facoltà di Giurisprudenza e la costruzione di nuovi edifici prefabbricati per Sogene, vengano mantenute e che l’Ateneo di Tor Vergata sia in grado di trovare soluzioni reali e di lungo termine per la comunità studentesca, tra le quali spazi comuni e aule dignitose, come ci si aspetterebbe da un Ateneo moderno e che ha da poco compiuto 40 anni.
Valentina Zollino
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