Da Leader al fallimento: la storia della Silicon Valley Bank

Introduzione

Il 10 marzo 2023, la Federal Deposit Insurance Corporation, agenzia indipendente degli USA che si occupa di supervisionare sulla stabilità nel sistema finanziario federale, ha annunciato la chiusura della Silicon Valley Bank (SVB) da parte delle autorità della California, decretandone di fatto il fallimento e assumendone il controllo. La banca, con un patrimonio di circa 209 miliardi di dollari e depositi per 175,4 miliardi di dollari, occupava il quattordicesimo posto tra le banche statunitensi per attività totali nel 2022 (Statista.com).


SVB

La Silicon Valley Bank (SVB) è un’istituzione bancaria statunitense specializzata nell’offerta di servizi finanziari alle aziende tecnologiche, imprese di venture capital e startup. Fondata nel 1983 e con sede centrale a Santa Clara, California, ha una presenza globale con filiali in diverse parti del mondo, inclusi Regno Unito, Israele e India. La banca collabora strettamente con molte delle più grandi e innovative aziende tecnologiche, come Google, Apple, Amazon e Facebook, fornendo loro servizi finanziari su misura alle loro esigenze.

“Mercoledì 8 Marzo 2023, la Silicon Valley Bank era un’istituzione ben capitalizzata che cercava di raccogliere fondi. Nel giro di 48 ore, il panico, indotto dalla stessa comunità di venture capital che SVB aveva servito e nutrito, ha posto fine alla corsa di 40 anni della banca.”  (CNBC, 2023)

Questa è l’introduzione di un articolo di CNBC che racconta la rapida caduta di un’azienda che sembrava essere stabile. Secondo Ryan Falvey, investitore di Restive Ventures, la crisi è stata innescata da una frenetica corsa agli sportelli bancari, scatenata dall’isteria generata dai venture capital.


Ascesa

Prima di questo tragico evento, la SVB ha attraversato un periodo di ascesa durante la pandemia COVID-19. I bassi tassi di interesse (circa 1,79% al tempo) hanno favorito la banca, permettendole di ottenere più liquidità e di trarre vantaggio da opportunità di profitto sul mercato. A questo dobbiamo aggiungere che il livello di risparmio individuale durante la pandemia è cresciuto enormemente portando il livello dei depositi bancari su cifre record (+ $130 miliardi).

Inoltre, secondo l’interpretazione economica, quanto i tassi sono bassi, anche i tassi di interesse passivi sui depositi dei correntisti lo sono, dunque il costo-opportunità di mantenere la liquidità ferma aumenta, incentivando le banche ad investire e concedere prestiti.

La scelta strategica della SVB è stata, quindi, investire tali passività a breve termine in Titoli di Stato a lungo termine. Una scelta che la banca avrebbe poi pagato caro.

In generale, la situazione patrimoniale della SVB prima del fallimento mostrava attività del valore di $212 miliardi contro $200 miliardi di passività – un cuscinetto patrimoniale cartaceo di $12 miliardi (il 5,6% delle attività) (Rich Falk-Wallace, 2023).

Le attività di SVB classificate in 3 categorie:

Le passività classificate in 2 categorie:


Discesa

Il fatidico passo falso che ha portato al collasso è stato generato dall’operato della FED con l’innalzamento dei tassi d’interesse. Alzando i tassi di interesse vengono ridotti i consumi e incoraggiati gli investimenti in obbligazioni. L’effetto conseguente è una diminuzione della domanda di beni e servizi che induce le aziende a rallentare l’aggiornamento dei prezzi anche in presenza di inflazione.

A partire da marzo 2022, a causa dell’aumento dell’inflazione, le banche hanno dovuto pagare di più per scambiarsi denaro a breve termine e mantenere depositi presso la FED. Questo aumento ha inflitto alla SVB un costo aggiuntivo del 2% sui suoi depositi, rendendo praticamente nulli i suoi profitti, mentre gli investimenti in titoli di Stato a lungo termine continuavano a garantire gli stessi rendimenti.

Inoltre, gli investitori hanno una minore propensione al rischio quando il denaro a loro disposizione diventa costoso a causa dell’aumento dei tassi. Questo ha pesato sulle startup tecnologiche – i principali clienti della SVB – caratterizzate dalla proposta di idee e progetti nuovi, non testati a pieno sul mercato, e quindi da un alto livello di rischio assunto dagli investitori.

A seguito di ciò, al fine di impedire una diminuzione immediata del proprio patrimonio netto, la SVB ha deciso di registrare in bilancio i titoli di debito come “detenuti fino a scadenza” (HTM). Tale classificazione consente alla banca di evitare di contabilizzare sul proprio bilancio le perdite di valore dei titoli.

Tuttavia, nonostante questa registrazione contabile, la SVB ha dovuto rivelare in una nota a piè di pagina dei propri documenti finanziari che, a dicembre, i titoli detenuti fino a scadenza avevano subito perdite “non realizzate” per un valore di $15 miliardi. Questo significa che, se la SVB avesse dovuto vendere quei titoli sul mercato al momento della rivelazione, avrebbe realizzato una perdita di $15 miliardi rispetto al valore registrato sul bilancio.

Quindi, anche se la SVB ha evitato di contabilizzare direttamente queste perdite, ha comunque dovuto riconoscere che il valore corrente dei suoi titoli di debito a lungo termine era diminuito in modo significativo. Tutto ciò ha avuto un impatto sullo stato finanziario della banca cancellando il cuscinetto patrimoniale di $12 miliardi e sollevando preoccupazioni tra gli investitori riguardo alla sua solidità e alla gestione degli investimenti. (Rich Falk-Wallace, 2023)

Con l’intento di recuperare il deficit l’istituto di credito californiano ha venduto titoli per $21 miliardi al prezzo corrente generando comunque una perdita in bilancio di 1,8 miliardi. Il disutile maggiore del previsto e un margine di interesse netto negativo (differenza tra gli interessi sui prestiti e gli interessi pagati ai depositanti) hanno allarmato gli investitori, ma soprattutto i depositari e i loro finanziatori (venture capital).

Il giorno successivo, i depositanti hanno tentato di prelevare $42 miliardi dalla banca. È stato stimato che solo circa $16 miliardi di questi prelievi hanno avuto successo, in quanto la banca ha dovuto mettere in atto delle misure straordinarie per gestire la situazione, tra cui il blocco o il limite ai prelievi, al fine di evitare un completo esaurimento delle risorse finanziarie disponibili. La corsa agli sportelli ha di fatto avuto conseguenze significative, portando la banca a trovarsi in una situazione in cui il saldo dei contanti era negativo di circa $1 miliardo.

É questo il momento in cui interviene la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) nominata curatrice fallimentare. La stessa ha istituito la Deposit Insurance National Bank of Santa Clara (DINB) per proteggere i depositanti assicurati. Al momento della chiusura della SVB per insolvenza, la FDIC ha trasferito immediatamente tutti i depositi assicurati della Silicon Valley Bank alla DINB. Inoltre, in un comunicato ha garantito il rimborso dei depositi assicurati, fino al limite legale di $250.000 entro il lunedì successivo e i futuri pagamenti dei dividendi ai depositanti non assicurati.

Successivamente, la FDIC ha accettato di vendere i depositi, i prestiti e le filiali della Silicon Valley Bank alla First Citizens Bank & Trust Company. Quest’ultima, con sede a Raleigh, ha acquisito circa $56 miliardi di depositi, $72 miliardi di prestiti e 17 filiali per uno sconto di $16,5 miliardi. Circa $90 miliardi in obbligazioni e altre attività rimarranno in amministrazione controllata e si stima che la perdita totale subita dal Fondo di assicurazione dei depositi a causa del crollo di SVB ammonti a $20 miliardi. 

Nell’ambito dell’accordo, la FDIC ha anche offerto a First Citizens una linea di credito di $70 miliardi e ha accettato di coprire perdite superiori a $5 miliardi nei successivi 5 anni sui prestiti commerciali assunti. Per quanto riguarda gli azionisti, tutte le azioni della SVB sono di proprietà della sua holding SVB Financial Group, che non è stata inclusa nella chiusura della banca o nella conseguente amministrazione controllata.


Ripresa

A seguito della crisi sono stati vari gli interventi attuati dalla (FED); tra questi vi è l’avvio di un programma denominato Bank Term Funding Program (BTFP). Il progetto prevede la concessione di prestiti di un anno garantiti da titoli del Tesoro e di altri enti pubblici. Con l’utilizzo di un fondo del Tesoro statunitense da $25 miliardi, viene creato un sistema per ridurre il rischio che i prestiti non vengano ripagati. Questo programma vuole garantire la stabilità finanziaria proteggendo i depositi, con l’obiettivo di prevenire eventuali crisi finanziarie.

Le nuove misure sono state messe in atto per evitare il pericolo di un “bank run“, una condizione in cui i clienti, specialmente quelli con depositi ingenti, si precipitano a ritirare i propri risparmi per metterli al sicuro. Una corsa al prelievo verso un numero crescente di banche potrebbe minare la fiducia nel sistema finanziario nel suo insieme, generando così una crisi finanziaria sistemica.


Conseguenze

Dopo il crollo della banca californiana, il settore finanziario globale ha subito un duro colpo. Il mercato azionario statunitense ha perso quasi il 17% in meno di tre settimane. In Europa, Credit Suisse (CS) ha dovuto affrontare difficoltà ancora maggiori. Il calo delle azioni è peggiorato dopo che il suo principale azionista, Saudi National Bank, ha dichiarato di non effettuare ulteriori investimenti nella banca.

Il 19 marzo, i capi di Credit Suisse (CS) e UBS hanno annunciato la fusione delle due banche, sotto la pressione delle autorità di regolamentazione che cercavano di evitare il crollo di CS. L’acquisizione, del valore di oltre 3 miliardi di franchi svizzeri, renderà UBS una gigantesca banca che controlla circa un terzo del mercato svizzero. Nel frattempo, la FED sta lottando per bilanciare la continua inflazione e la necessità di mantenere la stabilità finanziaria fornendo liquidità.


Conclusione

Il crollo della Silicon Valley Bank ci avverte sull’importanza di essere sempre attenti ai rischi nel settore e di adattare le strategie aziendali di conseguenza. Questo evento evidenzia gravi lacune nella politica monetaria e di regolamentazione. Dobbiamo imparare dagli errori commessi per migliorare le normative bancarie e garantire la stabilità finanziaria. È cruciale che coloro che traggono maggiori benefici dal sistema bancario contribuiscano ai costi, e che il quadro politico e regolamentare si adatti alle sfide attuali.

Le autorità di regolamentazione hanno il compito di fornire un solido sostegno al sistema finanziario. Questo implica non solo garantire la trasparenza nelle nuove decisioni politiche, come l’estensione della protezione dei depositanti da parte della FDIC, ma anche valutare attentamente le implicazioni di tali decisioni sull’intero sistema bancario e la loro durata nel tempo per evitare potenziali rischi sistemici aggiuntivi.

Le società di venture capital devono altresì assumersi la responsabilità di proteggere i loro clienti. Ciò include il dialogo aperto con gli investitori per rassicurarli sulla solidità finanziaria e la trasparenza delle relazioni bancarie, nonché condurre una valutazione approfondita del rischio di controparte. Diversificare i depositi tra diverse istituzioni e garantire liquidità di emergenza sono ulteriori passaggi cruciali, insieme alla comunicazione con i fornitori per garantire la continuità delle forniture.

Articolo a cura di Valeria Di Francesco

Fonti

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