Passata al Parlamento ungherese controversa legge su straordinari obbligatori. Theresa May supera mozione di sfiducia. Rapporto Deficit/Pil per legge di bilancio ridimensionato al 2,04 dopo braccio di ferro con l’EU.
In Ungheria approvata “Legge Schiavitù”, proteste dentro e fuori il Parlamento
La nuova legge appena ratificata dal Parlamento magiaro è stata al centro di numerose proteste nei giorni scorsi. Tra le varie norme, quella sicuramente più delicata riguarda l’aumento delle ore di straordinario obbligatorie, passate a ben 400 annue. Per rendere l’idea il datore potrà richiedere al proprio dipendente di lavorare 10 ore al giorno o 6 giorni la settimana. Il datore potrà inoltre differire la retribuzione di ben 3 anni. Immediate le proteste. Membri dell’opposizione hanno cantato e fischiato per ritardare la votazione mentre fuori dal parlamento la folla di manifestanti riunita è stata dispersa dalle forze dell’ordine dopo disordini.
- Secondo noi: I dati della votazione, 130 favorevoli e 52 contrari rendono l’idea del potere accumulato da Victor Orban, leader di un Ungheria tutt’altro che priva di problemi. La ragione della legge potrebbe infatti celarsi dietro una realtà sempre più stringente. La chiusura agli immigrati, una disoccupazione ai minimi e una popolazione più istruita ha infatti sensibilmente diminuito la quantità di operai e manodopera. A farne le spese le industrie, soprattutto tedesche, che hanno fatto la fortuna del paese. Infatti per quanto nazionalista è innegabile quanto l’Ungheria sia dipendente da aziende straniere e da un Unione Europea più volte criticata.
Theresa May continuerà a guidare Il Regno Unito
Theresa May vince la mozione di sfiducia contro il suo governo per 200 voti a 117. A presentare la mozione un gruppo del Partito Conservatore noto come 1922 Committee che il 12 dicembre ha depositato 48 lettere di altrettanti parlamentari per chiederne la sfiducia. La motivazione è ancora collegabile alla gestione della Brexit che non pochi malumori ha provocato tra diverse frange del partito.
- Secondo noi: La vita di Theresa May negli ultimi mesi rassomiglia più a un campo minato che a una premiership. Certo l’uscita dall’Unione non è il più semplice dei compiti ma la britannica non sembra avere mai un momento di serenità. Nonostante apprezzi la tenacia non si può ignorare l’elefante nella stanza, il voto sul Accordo con Ue. Rinviato a oltranza in attesa di avere i voti necessari non è chiaro come la May possa riuscire a racimolare questo consenso. il Parlamento gli è sempre più contro, L’UE ha ufficialmente negato ogni nuova trattativa e le scadenze sono sempre più strette. Buona fortuna Theresa, ne avrai bisogno.

Il rapporto Deficit/Pil scende dal 2,4 al 2,04
Giuseppe Conte ha ufficialmente comunicato la modifica giovedì 13 a Bruxelles. La spesa per il 2019 sarà dunque tagliata dello 0,36% dopo il lungo confronto negli ultimi mesi con la Commisione Europea. Conte assicura comunque che sia quota 100 sia il reddito di cittadinanza non subiranno modifiche e slittamenti. Il taglio delle risorse sarà infatti bilanciato da nuove risorse finanziare “emerse” nelle ultime settimane. Positiva la risposta dell’Unione, soddisfatta per questo primo importante traguardo.
- Secondo noi: Ne avevo già parlato in un articolo di qualche settimana fa quando l’atteggiamento del Governo era molto più fermo e sterile. Come prospettato a scamparla è stata l’UE, con il coltello dalla parte del manico per tutta la trattativa. La situazione probabilmente cambierà ancora, non è infatti chiara ne la provenienza di queste risorse finanziare ne se vi sarà un ulteriore adeguamento della riforma. Dalla sua il Premier Conte continua la sua missione da paciere verso l’Unione mentre la maggioranza e i suoi leader continuano a fare proclami e amministrano di fatto il paese. Nel frattempo le stime sul Pil peggiorano, i dati macroeconomici pure e la maggioranza trova anche il tempo per sbagliare a votare un emendamento approvato dal Governo. Speriamo bene.
La confusione nella maggioranza di governo regna sovrana. Nonostante i ripetuti richiami della Presidente Carfagna #Lega e #M5s votano contro il governo. Siamo oltre il ridicolo pic.twitter.com/XtuzA4hVVC
— Alessia Morani (@AlessiaMorani) December 13, 2018
Articolo del novembre su Deficit/Pil