All’indomani dell’ennesimo moderato fenomeno sismico del centro-sud, è interessante riportare le parole di qualche mese fa del più famoso ed esperto geologo italiano, Mario Tozzi.
“Si è attivato un pezzo della stessa famiglia di faglie che hanno prodotto il terremoto ad agosto e poi a ottobre. La magnitudo infatti è quella, come la profondità, anche se l’epicentro si trova leggermente più a sud-est. Potrebbe ben trattarsi tuttavia di una sequenza sismica del tutto nuova, destinata a produrre anche scosse più forti.” Tozzi parla quindi di un ennesimo fenomento continuativo, al quale “abbiamo bisogno di abituarci velocemente.” Inoltre, la credenza secondo la quale se si verifica un forte sisma difficilmente ce ne sarà uno altrettanto forte successivamente, è totalmente infondata, non essendoci una regola sismologica di questo tipo. “Allo stato attuale nessuno è in grado di prevedere i terremoti; è possibile capire, come in questo momento, il movimento delle faglie, ma non indovinare il momento in cui il sisma si manifesterà.”
A questo punto Tozzi si scaglia contro l’impreparazione totale del nostro Paese all’attuale situazione sismologica e la colpa sarebbe principalmente degli amministratori locali: “Io un sindaco che ha lasciato costruire i quartieri sui bacini dei fiumi, per esempio, non lo voglio proprio più sentire parlare di alluvioni o di argomenti simili”. In effetti, non ha torti il geologo, l’Italia è ben nota per l’abusivismo edilizio, che ha portato, spesso per favorire i soliti noti, a costruire in zone e in modi totalmente inadeguati. “Perché si può costruire anche dove si verificano terremoti ma con certi criteri”, aggiunge.
La realtà che Tozzi come tanti altri esperti in materia vogliono mostrare, è che i sismi italiani degli ultimi anni (tanto più quello di ieri di Ischia), non sono assolutamente di magnitudo elevate e, in qualsiasi Paese civile e avanzato del mondo (es. Giappone), avrebbero sì e no scheggiato qualche parete. “Se la tua casa è stata edificata bene, se hai fatto la manutenzione, se l’hai costruita su un terreno solido, se hai usato le ‘elettrosaldate’, le catene, allora è una cosa. Se l’hai costruita male un’altra”. Urge quindi un progetto serio di prevenzione su scala nazionale e investimenti cospicui per combattere questo fenomeno: “un euro speso in prevenzione ne vale almeno 8 o 10 spesi in emergenza!!! Si spenderebbero anche meno soldi. Ma purtroppo il problema è culturale, prima che economico”.
Insomma, torniamo sempre alle solite…
FONTE: tiscali.it