La Protesta dei Gilet gialli

La Protesta dei Gilet gialli

Quello dei Gilet Gialli è un movimento, nato sui social, che ha organizzato manifestazioni contro il caro-benzina; questo sarebbe entrato in vigore a partire dal 1° gennaio. Il condizionale è d’obbligo in quanto con più di 2.000 i blocchi stradali, 300mila partecipanti (Ministero dell’Interno francese- ndr) e numerosi scontri a Parigi, i Gilet Gialli, hanno condizionato la politica finanziaria di Macron. Il presidente si è visto costretto a ridurre il gettito legato agli aumenti contestati dai Gilet Gialli e a dichiarare un possibile sforamento del rapporto deficit/PIL (si ipotizza il 3,4%). I Gilet Gialli sposano le idee di Priscillia Ludosky, che a maggio ha lanciato una petizione contro l’aumento delle imposte sui carburanti, e a quelle di Eric Drouet, a cui si deve, la prima manifestazione (Atto I) di Parigi del 17 novembre.

Le rivendicazioni

Nei giorni scorsi è circolata una lista in 25 punti molto radicale. La pagina web che si presenta come «il sito ufficiale dei Jilets Jaunes ha  ancora in corso 4 sondaggi per definire un primo elenco unitario delle rivendicazioni.  A fine novembre un’altra lista di 42 punti, più moderata,era stata inviata ai deputati francesi. Le richieste che arrivano dal sito ufficiale meritano una certa attenzione. I 4 sondaggi del sito ufficiale si riferiscono a riforme costituzionali ed economiche. Le domande attualmente attive riguardano la proposta di referendum di iniziativa cittadina (la Costituzione francese prevede solo referendum su iniziativa del presidente); la creazione di un’Assemblea di cittadini, eletti a sorte, per vigilare sulle commissioni di esperti e sugli istituti di democrazia diretta; l’abbassamento di tutte le imposte sui beni di prima necessità (energia, acqua, carburanti e alimentari); e la riduzione «significativa» delle retribuzioni anche indirette dei membri del governo, con controllo delle spese per tutti gli eletti.

 

Le modalità della protesta

Nel Pas-de-Calais, i dimostranti hanno occupato i caselli autostradali lasciando passare gratuitamente le auto. Raggiunta dalle proteste anche Disneyland dove i Gilet Gialli si sono insediati attorno alle barriere di ingresso. I manifestanti, sorvegliati dalla polizia, bloccano sette dei nove accessi e fanno entrare gratuitamente i visitatori naeli altri due. In poco tempo la protesta si è spostata dalle autostrade dalla provincia alle strade di Parigi. Le contestazioni, che sono giunte nella capitale alcune settimane fa, sono degenerate quando un corteo ha raggiunto gli Champs-Elysées distruggendo alcune vetrine e scontrandosi con le forze dell’ordine. Queste hanno allontanato i manifestanti con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Ma le proteste non si sono fermate; hanno al contrario alzato il tiro.

IV Atto

A quattro sono arrivate le manifestazioni dei Gilet Gialli sugli Champs-Elysées e nel centro di Parigi. Gli scontri hanno messo in ginocchio l’economia dell’elite parigina ma anche il turismo della città. La decisione dell’Eliseo di cedere la strada dello shopping ai manifestanti non vada considerata come una mancanza di autorità: gli Champs-Elysées sono una ampio viale dove l’assembramento può essere facilmente rotto e sono un’area relativamente circoscritta che permette schedatura e il riconoscimento dei manifestanti. Inoltre la loro “distruzione” periodica, da parte dei Gilet Gialli, permette di stigmatizzare il movimento sui mass media.

La manifestazione studentesca

Prima del IV Atto dello scorso 8 dicembre, un video ha provocato grande emozione e proteste. Registra casi di abuso da parte delle forze dell’ordine. Il video mostra l’arresto di 151 liceali, tra i quali molti minorenni, a Mantes-la-Jolie, una cittadina di periferia. Si vedono i ragazzi messi in fila, in ginocchio, con le mani dietro la nuca, alcuni faccia al muro, sotto il controllo dei poliziotti. Si sente chiaramente un uomo pronunciare la frase «Voilà une classe qui se tient sage» (ecco una classe che si comporta bene ndr), mentre sullo sfondo un poliziotto raccomanda di non abbassare la testa e guardare davanti. Da martedì erano in corso incidenti e scontri con le forze dell’ordine. La protesta ha portato a centinaia di occupazioni in tutta la Francia per contestare la riforma della scuola superiore e dell’accesso alle università. Il movimento dei «gilet gialli» ha ridato spinta alle rivendicazioni degli studenti.

Le proteste contro la riforma del lavoro

Le proteste contro il governo Macron, in realtà, vanno avanti già da marzo di quest’anno a causa della riforma del lavoro; il consenso del presidente è ai minimi storici ( 21% secondo il sole 24 ore ). In sostanza, lo scopo della riforma è indebolire il potere contrattuale dei sindacati e rendere più semplici i licenziamenti e quindi, in teoria, le assunzioni. Per farlo, la riforma introduce una serie di ampie modifiche al codice del lavoro francese, un documento lungo circa 3.400 pagine in cui alcuni articoli sono vecchi di oltre un secolo. La riforma servirà anche a rendere più flessibile il mercato del lavoro, permettendo così alle imprese di licenziare con maggiore facilità i lavoratori, ma anche di assumerli senza la preoccupazione di non potersene liberare se non con grande difficoltà. Insomma un grande classico mercantilista.

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