La Cina che vince la guerra anti-dumping: la preoccupazione dell’industria europea

Non se n’è parlato tanto, ma nonostante ciò, il tema è di importanza fondamentale per l’economia europea e italiana. Il 9 Novembre di questo 2016, la Commissione europea, ha approvato la modifica del regolamento inerente le importazioni in dumping (sottocosto) da parte dei Paesi non Ue. Ovviamente la prima interessata a questo grande cambiamento risulta essere la Cina, che sul dumping basa la sua intera economia. Tale modifica prevede l’eliminazione della categoria “economia di mercato” e l’introduzione di una nuova: “influenza pervasiva dello Stato sull’economia”.

Ma cosa comporta ciò sostanzialmente?
La Cina (ma anche altre economie) non potrà più essere semplicemente considerata quale “caso speciale” della Wto (organizzazione mondiale del commercio) e, quindi, non si potranno più applicare misure commerciali incisive nei suoi confronti. Questo nuovo regolamento implica in pratica che alla Cina è automaticamente riconosciuto lo status di economia di mercato nella Wto, pur non avendo, ovviamente, i requisiti necessari, visto il fortissimo intervento dello Stato in tantissimi settori di interesse nazionale. La Commissione europea non avrà più potere nel decretare se un determinato settore di un’economia non Ue opera o meno in dumping, ma spetterà alle stesse aziende europee interessate provare alla Wto che, nel proprio settore di interesse, vi è l’intervento pubblico.

Il nuovo regolamento ha oggettivamente dell’assurdo e lo stesso Ministro dello Sviluppo Economico italiano Carlo Calenda ha invitato a pensare immediatamente ad una nuova proposta, al fine di evitare danni economici rilevanti all’industria europea. Insomma, l’Ue continua imperterrita in questa folle strategia economica di aprire le porte all’export cinese, che tanto sta danneggiando nazioni come la nostra.

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