Biotestamento: cosa prevede la legge

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In data 14 dicembre è stata approvata la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento e il consenso informato (c.d. legge sul biotestamento), la quale ha il pregio non solo di adeguarci agli ordinamenti dei Paesi più civili, ma anche di colmare una vera e propria lacuna in termini legali.

Infatti, mentre l’art. 32 comma 2 della Costituzione riconosce ai cittadini italiani, i quali abbiano la maggiore età e siano coscienti, il diritto all’autodeterminazione, che si traduce nel rifiuto di ricevere trattamenti medici, incluse alimentazione e idratazione artificiali; altrettanto, però, non può dirsi in caso di perdita della coscienza, in quanto è demandata a parenti e medici ogni decisione in merito.

Con la legge sul biotestamento viene riconosciuto al consenso informato il presupposto basilare per procedere a qualsiasi trattamento medico e le disposizioni anticipate di trattamento non sono altro che un prolungamento dello stesso, ed assumono rilievo quando vengono a mancare le condizioni psicologiche per decidere e, dunque, quando si manifesta una perdita di coscienza tale per capire le informazioni e dare il consenso. Invero, ogni “persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di un’ eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso «Disposizioni anticipate di trattamento» (Dat), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”.

Si rende opportuno evidenziare come le direttive anticipate non rappresentino un obbligo, pertanto, chi non desideri fornire tali disposizioni potrà continuare ad affidarsi alle cure di parenti e medici, mentre, al contrario, per coloro i quali vogliano esprimersi si dovrà procedere con la redazione delle Dat a mezzo atto pubblico o per scrittura privata autenticata da notaio o altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del servizio sanitario nazionale o convenzionato.

L’iter della legge è stato senz’altro tortuoso, infatti, il provvedimento era stato approvato alla Camera il 20 aprile e durante l’esame in Senato sono stati presentati 3005 emendamenti solo in Aula. Ieri l’approvazione del medesimo testo accettato alla Camera con 180 sì, 71 no e 6 astenuti, è stata possibile grazie ad un’intesa tra Pd, M5S e sinistra in opposizione al pensiero del mondo cattolico, in particolare Idea con Eugenia Roccella e Gaetano Quagliariello che ravvisano nella possibile sospensione di idratazione e alimentazione “la via italiana all’eutanasia”.

In risposta, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha affermato: “Avrei preferito che ci fosse stato il modo di trovare soluzioni a delle problematiche tecniche e questo purtroppo non c’è stato. Ritengo però che ora che è stata approvata la legge si debba rafforzare ancora di più il rapporto tra medico e paziente perché non dobbiamo creare alcun meccanicismo”. Mentre in senso diametralmente opposto si sono espressi i Radicali, tra cui Emma Bonino e Mina Welby, visivamente commosse al momento dell’approvazione, ma anche Beppino Englaro, il padre di Eluana, rimasta in stato vegetativo per oltre 17 anni, il quale ha affermato: “Non dovrà esserci mai più una tragedia nella tragedia come quella di Eluana … questo è un giorno importante per i diritti e le libertà di tutti”.

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