Nelle prossime settimane andremo a pubblicare, su questo sito, una serie di interviste ai docenti delle diverse facoltà dell’Università di Roma Tor Vergata. Abbiamo deciso di aprire questo ciclo di articoli con l’intervista al Professor Virgilio Costa, docente di Storia Greca della Facoltà di Lettere e Filosofia.
- Cosa la affascina di più del suo ambito di ricerca? Dopo anni di studio per quale tema in particolare prova ancora curiosità?
“La cosa che mi affascina sempre è quanto siamo diversi dagli antichi ma quanto, allo stesso tempo, gli antichi ci riguardano. Per esempio: i greci antichi erano profondamente diversi da noi, loro erano convinti che il tempo fosse una maledizione che tutto il bello della vita e dell’esperienza umana fosse già alle spalle, sentivano che c’era già stata un’età dell’oro in cui gli uomini vivevano insieme agli Dei e che, col tempo, tutto andasse sfiorendo. Quest’idea noi moderni non ce l’abbiamo, anzi il tempo assume ora una progressione lineare: è col tempo che le civiltà si sono sviluppate. Studiando la differenza tra gli antichi e noi riusciamo meglio a cogliere il tempo che è passato e la nostra responsabilità nei confronti del nostro mondo. Questa distanza ci interessa sennò non capiremmo chi siamo.”
2. Quando è nato l’interesse per la storia greca e la voglia di insegnarlo agli studenti?
“Agli inizi del II anno d’Università grazie al mio docente di Storia Greca che faceva la critica delle fonti, con approfondimenti su vari testi. Mi aveva colpito come le varie fonti venivano discusse e chiesi la tesi a questo professore per fare un lavoro importante e lui mi propose un’elaborazione sull’isola di Naxos che poi è diventato un libro.”
3. Quanto interesse sente da parte degli studenti?
“Io ho l’impressione che l’interesse ci sia. Io cerco di insegnare e studiare la storia attraverso la storia greca e so perfettamente che a distanza di qualche anno le informazioni strettamente pertinenti alla storia greca che ognuno può trattenere nella memoria sono molto poche. Ciò che rimane è studiare la storia, perchè ci serve adesso e perchè le apparteniamo. Qualunque notizia che ascoltiamo, anche il gossip, non è mai neutra dal punto di vista ideologico ma c’è sempre un retroterra da cui parte quella notizia. Tutto ciò che noi ascoltiamo richiede un vaglio da parte nostra. Quando insegno io sento del riscontro.”
4. Cosa consiglierebbe all’Università di Tor vergata, in particolare alla Facoltà di Lettere?
“Il problema sentito da tutti i docenti è che è difficile avere allievi. Io agli studenti dico che fino al dottorato li seguo, ma il problema è il fatto che ci sono pochi posti per il ricambio con i giovani. Si sente la necessità di una maggiore attenzione alla possibilità di poter aprire un reclutamento anche a giovani perchè per esempio nel campo della storia greca siamo passati da 8 docenti a 2. Se continua così alcune materie cesseranno di essere insegnate perchè s’interromperà la catena del ricambio generazionale.”
5. Secondo lei, convegni e/o progetti potrebbero avvicinare di più i giovani alla storia greca? Lei ha progetti che le piacerebbe portare avanti?
“Assolutamente sì. Come progetto sto portando avanti una collana di storiografia greca frammentaria. Alla quale hanno preso parte anche degli alunni affianco a studiosi affermati. Ogni frammento è diverso per argomento, per affrontare quest’argomento bisogna avere nozioni di filologia, storia greca etc. Gli studenti che hanno partecipato a questa collana si sono confrontati con degli esperti ed è un modo per paragonarsi con delle menti brillanti. Adesso stiamo pensando di fare un Atlante dei popoli d’Europa utilizzando come fonte Erodoto e proporre come tesi per studenti lo studio della storiografia moderna su quella classica.”
6. Come può la cultura ellenica influenzare gli ambiti artistici contemporanei come arte, film, letteratura?
“Nel cinema i tentativi di tradurre la storia greca sono fallimentari, tranne l’Alexander di Oliver Stone che lo consiglio sempre. Come modelli contemporanei abbiamo il Signore degli Anelli nel quale c’è la simbologia cristiana e alcuni episodi come l’invasione persiana. Ancora più attuale è Game of Thrones di George Martin che rispecchia il pensiero pessimistico greco poichè nella storiografia greca, per esempio, in personaggi come Polibio, ricordato come personaggio positivo, vi è sempre presente una nota negativa.”
7. Qual è il valore determinante della cultura classica nella moderna?
“Non c’è un valore formativo assoluto della classica rispetto alle altre. In Italia in particolare c’è stato un tentativo di sostituire la cultura classica con quella economica scientifica, ma gli studi classici sono la base di una persona. Penso che il nostro mondo nel quale viviamo di capisce meglio se si conosce la storia greca, romana, cristiana, medievale etc… Studiare storia greca ti fa entrare nella pelle la diffida nei buoni, nella letteratura greca non c’è moralismo, per cambiare il mondo, cambiamo noi per primi.”
8. Secondo lei per quanto riguarda tutti gli studi umanistici e i suoi vari campi di ricerca, che tipo di prospettive future potrebbero avere nella nostra società? E che tipo di ruolo possono avere in un futuro lavorativo?
“Il punto è sempre la persona, gli studi classici sono formativi per la costruzione della propria personalità. Nel lavoro è tutto in perenne trasformazione. Ad oggi la semplice competenza non serve poichè è fondamentale la capacità di apprendere, ciò che si richiede oggi non si chiederà tra due anni. La cultura umanistica ti insegna a parlare, pensare e ragionare sui problemi e sono valori universali”.
Ringraziando il professor Costa per la sua disponibilità, ci diamo appuntamento alla prossima intervista!
Il Team di UnInFormazione.