Dopo la discesa nelle “piste americane” del NYSE da parte della Rossa di Maranello dell’Ottobre scorso, oggi Ferrari segna un altro grande traguardo piazzando il suo titolo a Piazza Affari. Ma non senza intoppi.
Difatti, il ticker RACE segna un consistente ribasso a 42 euro rispetto al prezzo fissato dalla Borsa italiana di 43, venendone poi addirittura sospesa la collocazione temporaneamente salvo essere riammessa in un secondo momento a quota 41,75 euro. <<In ogni caso>> sottolinea il Presidente della Rossa, Sergio Marchionne, <<dubito che questa giornata sia indicativa per il titolo. Oggi, per gli investitori, è la giornata dove verranno prese delle posizioni>>. Ciononostante, oggi le azioni di Maranello hanno alzato l’asticella del proprio prezzo chiudendo a +0,5% rispetto al valore con la quale Piazza Affari ha posizionato le quote della prestigiosa azienda.
E’ stato impresso un segno importantissimo nella storia Ferrari, poichè con la quotazione in borsa il celebre marchio va a staccarsi definitivamente dal gruppo FCA, acquisendo una propria autonomia e offrendo anche all’ex gruppo di riferimento un modo per captare quanto i mercati valutino i singoli brand dello stesso. Oltre 188 milioni sono le azioni in circolazione, unitamente alle quasi 5 milioni detenute esclusivamente dalla proprietà aziendale e non collocate sui mercati.
Una strategia, questa, che permette agli azionisti del gruppo Fiat-Chrysler di prender parte ad un programma di “cooperazione” con casa Maranello: infatti, per ogni 10 azioni FCA con uno speciale diritto di voto detenute dagli azionisti, verrà assegnato un titolo extra Ferrari con diritto di voto, anch’esso speciale. E non parliamo di numeri piccoli, poichè sono ben 56.497.618 i piccolissimi frammenti del titolo RACE caratterizzati da questa peculiarità.
Nel frattempo Exor, holding finanziaria torinese controllata dalla famiglia Agnelli e primo gruppo economico italiano per fatturato, in concomitanza con il taglio del nastro nei mercati italici da parte del cavallino, sigla un accordo relativo all’assegnazione di quote dalla Ferrari alla holding con Piero Ferrari, vicepresidente della sopracitata. Con esso, il patto parasociale prevede una collaborazione fra i board delle due società finalizzata a decisioni comuni sui punti che verranno presentati e discussi nell’ordine del giorno delle assemblee dei soci e degli impegni nel trasferire azioni della Rossa per circa il 23,5% congiuntamente al 10% del capitale. L’accordo avrà durata quinquennale e verrà rinnovato automaticamente, salvo disdetta delle parti, in virtù del principio del “silenzio-assenso”.
Certo è che per Ferrari quello di oggi non è stato un ingresso nei mercati nostrani all’insegna del rialzo su “RACE”; piuttosto, è stato l’avvio di un progetto i cui i frutti potranno cogliersi probabilmente solo in un periodo più lontano.
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