Un’America pura e innocente: la versione di Henry James

Riflessioni sul tema del confronto Stati Uniti-Europa nei primi lavori dello scrittore, in occasione del 180° anniversario dalla nascita.

Henry James (New York 1843 – Londra 1916) è in assoluto uno degli autori più prolifici della storia della letteratura americana, tanto più che è stata da molto tempo accolta la suddivisione della sua sterminata produzione, operata dall’attento critico Francis Otto Matthiessen, in tre gruppi distinti: gli scritti che vanno fino al 1890, che sono per lo più romanzi di formazione con narratore onnisciente, la seconda fase, che è rappresentata dalle opere teatrali (tra cui spicca Giro di vite (The turn of the screw) da cui è stato tratto il lungometraggio The Others), e infine quella che lo studioso definisce Major Phase, la quale raccoglie una trilogia di romanzi.

Il blocco di cui intendo occuparmi è quello dei romanzi della prima fase, dal momento che sono legati tra loro anche da un punto di vista contenutistico oltre che dalla stessa forma romanzo. Il tema che unisce queste opere, infatti, è un continuo confronto tra lo stile di vita americano e quello europeo: la mentalità, le usanze di entrambi i popoli sono la caratteristica fondamentale di tutti i personaggi che vengono rappresentati, e ciò che emerge ogni volta è il ritratto di un’America pura e ingenua, e un’Europa meschina e reprimente. Esempi di questo tipo sono ben visibili nei romanzi Roderick Hudson e Daisy Miller.

(Nicole Kidman in una scena del film “The Others”)

Prima di addentrarsi nella disamina dei romanzi, è bene tenere presente la ragione per cui James appare quasi ossessionato da questo raffronto; il motivo sta proprio nel fatto che sin da giovanissimo fu “costretto all’Europa”. Difatti, la sua formazione scolastica si svolse non solo a New York e ad Albany, ma soprattutto a Ginevra, Parigi e Londra (particolare che si ritrova in non pochi personaggi da lui raccontati), e innumerevoli furono i viaggi in Inghilterra, Francia, Svizzera, Italia. Si ritiene, infatti, che dei 73 anni di vita, 50 li abbia trascorsi in Europa, generando di conseguenza la duplicità della sua persona che ha più volte tentato di esporre nei suoi primi lavori.

Veniamo dunque al primo testo: Roderick Hudson. Il protagonista di questo romanzo è un giovane scultore molto talentuoso che tramite un mecenate, Rowland Mallet, ha la possibilità di soggiornare in Italia, precisamente a Roma, dove potrà proseguire gli studi. Poco prima della partenza Mallet si innamora di una lontana cugina di Roderick, che più tardi scoprirà essere già promessa sposa proprio a Roderick. Giunto a Roma il giovane artista si innamora di una bellissima ragazza – rischiando addirittura la morte nel tentativo di raccoglierle un fiore all’interno del Colosseo – scatenando l’ira di Mallet che vede quindi il futuro sposo della donna che ama non avere alcuna remora nel dimenticarla. A seguito di un brusco litigio in cui Mallet confessa il suo amore, Roderick sconvolto viene sorpreso da una tempesta di neve e va incontro alla morte cadendo da un precipizio.

L’Europa che qui James rappresenta, è teatro di una sofferenza continua che culmina con la morte: il mecenate si dispera infatti in un amore impossibile e proibito per l’intera durata del romanzo e il suo connazionale, dopo una prima avvisaglia, perisce per un tragico incidente. Il suo sogno di eccellere nell’arte, che avrebbe dovuto esaudirsi in Italia, viene infranto per sempre proprio dove ciò non sarebbe dovuto accadere. Sorte analoga a quella di Daisy Miller, la protagonista dell’eponimo romanzo breve.

(prima edizione di Daisy MIller, 1878)

Daisy viene descritta come una giovane ragazza americana, ingenua, innocente e pura: potremmo definirla come un’entusiasta della vita. La principale caratteristica della ragazza è infatti quella di fare tutto quello di cui ha voglia senza considerare le opinioni altrui. Ciò di cui però non tiene conto, è il fatto che ora non si trova in America, dove i suoi comportamenti non sarebbero stati mal giudicati – ma è in Europa – e sebbene sia a contatto con altri americani, anch’ essi ormai sono stati corrotti dalla mentalità europea. Daisy conosce Winterbourne, un americano trapiantato in Svizzera, e inizia una frequentazione con l’uomo che durerà sino a Roma, dove la ragazza conoscerà un nuovo ragazzo; una notte (nuovamente all’interno del Colosseo) la giovane viene colta dalla malaria, e poco tempo dopo muore.

Come nota Italo Calvino in un’introduzione al racconto, l’Europa è il luogo in cui raddoppia il rigorismo puritano qui rappresentato a pieno da Mrs. Costello, zia di Winterbourne: la donna infatti considera la giovane una poco di buono, e il suo giudizio si fa sempre più pesante tanto da influenzare persino l’opinione del nipote, che si sovrappone a quella della zia nel momento in cui viene a conoscenza del nuovo incontro avuto dalla ragazza. Il comportamento di Daisy però, è totalmente privo di malizia o di secondi fini, la sua purezza non è mai apparente, ma sempre reale – e sarà tale fino alla sua ultima parola. Il comportamento che ha con i due ragazzi è motivato sempre dall’entusiasmo e dalla gioia; Calvino afferma infatti anche che Roma, così come la Svizzera, non può ispirare l’autocontrollo alle giovani americane, proprio perché troppo ingenue ed innocenti da ritenere che le proprie azioni possano essere considerate negativamente.

In conclusione, i due personaggi Roderick e Daisy sono le rappresentazioni dell’opinione di Henry James verso il distacco che esiste (o esisteva) tra America ed Europa: se l’America è la terra dove nutrire speranze per il futuro – siano esse di qualunque tipo – l’Europa è il luogo in cui esse svaniscono, se l’una è la terra delle opportunità, l’altra è quella della repressione delle stesse; è una discesa all’inferno, un concludere la vita dopo aver assistito al crollo delle proprie illusioni. La libertà e la spensieratezza vengono spazzate via, proprio come le vite dei due giovani protagonisti.

Michael Lucidi

Fonti:

  • H. James, Roderick Hudson
  • H. James, Daisy Miller
  • I. Calvino, nota introduttiva a Daisy Miller, Torino, Einaudi, 1971
  • L. Edel, Henry James: A life, HarperCollins, 1991
  • G. Fink, M. Maffi, F. Minganti, B. Tarozzi, Storia della letteratura americana. Dai canti dei pellerossa a Philip Roth, Milano, BUR, 2013
  • F. O. Matthiessen, Henry James: The Major Phase, Oxford University Press, 1944

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