(Articolo di Simone D’Ercole)
HAI MAI LETTO QUALCOSA DI MILAN KUNDERA?
L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera
Già il titolo “L’insostenibile leggerezza dell’essere” si presenta intrigante e al contempo enigmatico.
? Diciamocelo chiaramente, non sono qui a raccontarvi balle: uno legge il titolo e non ci capisce niente, ma l’attrazione è comunque fatale.
Ed è proprio questo il punto di un libro che suscita scalpore, fa battere il cuore e pulsare la mente.
Attrazione fatale, vita e morte, amore e tradimenti, storia e filosofia sono parte dell’animo dell’uomo: tutto questo è l’insostenibile leggerezza dell’essere, che noi tardiamo a cogliere. Perciò, nel libro, si respira in modo profondo e pesante l’intollerabilità di questo essere leggero, è troppo diretto nei nostri confronti: non è affatto un libro per tutti.
Detto in altre parole, ci si sente accusati della leggerezza nelle scelte della vita: amore o tradimento, vita o morte e tutto ciò ci pesa, ci fa sentire imputati di una cosa che non vorremmo vedere o percepire.
Come dirà Calvino: “Quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso dell’insostenibile.”
Lettore, fermiamoci un attimo, facciamo un passo indietro e bando a quei sentimentalismi di cui viviamo, leggiamo e carpiamo le fondamenta di questo libro per comprendere qualcosa di nuovo; senza pregiudizi, fino all’ultima pagina.
Dopodiché, inondiamo i pensieri di ciò che siamo e solo così capiremo la nostra propria insostenibile leggerezza dell’essere, semplicemente per poter Essere.