Il Dies Romana: tra leggenda e storiografia

Lo scorso 21 aprile Roma ha festeggiato i suoi 2771 anni. Ma perché si festeggia il Natale di Roma il 21 aprile? Secondo la leggenda propinataci da Marco Terenzio Varrone nella notte tra il 20 ed il 21 aprile 753 a.C. si sarebbe svolta la contesa che avrebbe indicato chi fra i gemelli provenienti da Alba Longa, Romolo e Remo, avrebbe ricoperto il ruolo di fondatore. È risaputo come questa fu vinta da Romolo e come, di conseguenza, il 21 aprile divenne la data di fondazione della città di Roma. Il ciclo leggendario sulla nascita di Roma conosce in realtà numerose versioni, ma tutte menzionano l’uccisione di Remo nel corso del rito di fondazione, a seguito dell’attraversamento da parte di quest’ultimo del confine tracciato dal gemello1. Ancora oggi possiamo affermare come la leggenda sia conosciuta dalla maggior parte della popolazione, quasi a dimostrazione, a distanza di millenni, del suo scopo propagandistico.

La storia della fondazione di Roma ci è giunta attraverso le opere di Tito Livio, Dionigi di Alicarnasso, Plutarco, Virgilio e Ovidio, quasi tutti di età augustea, mentre era in auge l’esaltazione dell’Urbe, che aveva ormai conquistato buona parte del mondo conosciuto. A ciò si ricollega probabilmente la funziona propagandistica della leggenda: l’idea che Roma avesse una discendenza divina (il mito narra che Romolo e Remo sarebbero figli di Marte, Dio della Guerra) o quantomeno nobile, come narra l’Eneide che fa discendere i due gemelli da Enea e dall’antica Troia, ben si sposava con l’immagine della città “Caput Mundi”. Raccontare le origini di Roma come una città nata da piccoli insediamenti pastorali, non sarebbe stato, all’epoca, così attrattivo.

La leggenda della fondazione è stata studiata e interpretata nel corso dei secoli più e più volte, nel tentativo di scoprire verità nascoste, indizi dai quali partire per giungere a nuove scoperte. Molti degli elementi scoperti nel tempo si sono dimostrati, tra l’altro, di particolare importanza:

  1. La presenza degli aruspici, divinazioni tratte dall’osservazione di fenomeni considerati divini; la leggenda narra che per decidere chi fosse il fondatore, Romolo e Remo scelsero rispettivamente il colle Palatino e l’Aventino per osservare il volo degli uccelli: “Dal momento che a Romolo ne erano apparsi il doppio quando ormai il presagio era stato annunciato, i rispettivi gruppi avevano proclamato Re l’uno e l’altro contemporaneamente. Gli uni sostenevano di aver diritto al potere in base alla priorità nel tempo, gli altri in base al numero degli uccelli visti.2 L’interpretazione di questi segni augurali sarà fondamentale e precedente a qualsiasi atto dell’autorità romana.
  2. Il tracciamento da parte di Romolo del pomerio. Il termine, che deriva dalla contrazione dell’espressione post murum, cioè “dietro le mura”, è inerente alle procedure con cui veniva tracciato il limite cittadino, le quali saranno ritualmente replicate per tutte le colonie che i Romani fonderanno nel corso della storia.
  3. Il fratricidio, al quale sono state affiancate diverse interpretazioni da parte dei moderni interpreti, tra cui chi ha inteso la morte di Remo come un rito di sangue finalizzato alla sacralizzazione del confine, con lo scopo di sancire la proibizione a varcare in armi il limite della città, o ancora chi ha considerato l’abbattimento del gemello come segno della rimozione della componente selvaggia dell’uomo.

La leggenda contiene però anche verità, soprattutto per quanto riguarda la datazione e il luogo. Una scoperta archeologica intervenuta nel 1988 confermerebbe infatti la nascita di Roma nel corso dell’VIII secolo a.C. Scavando la valle tra il colle Palatino e l’altura della Velia un’equipe archeologica italiana ha accertato che nella seconda metà del VI secolo a.C. l’area venne rialzata e al di sopra venne costruita la via Sacra. Sotto il riempimento vennero rinvenuti muri paralleli, il più antico dei quali è stato datato tra 730 e 720 a.C. Non si trattava di mura di fortificazione, che il luogo non richiedeva in quanto la pendenza del colle costituiva già una garanzia difensiva, ma di terrapieni di significato sacrale che sorgevano in corrispondenza del pomoerium1. Secondo gli archeologi, dunque, l’apparire di importanti luoghi pubblici e la loro datazione ci danno una certezza: lì c’era una città, proprio nel luogo e nel periodo indicati dalla leggenda.

D’altro canto, però, gli archeologi, dopo aver effettuato numerosi scavi, hanno confermato anche come, prima dell’VIII secolo a.C., esistesse già un insediamento articolato in gruppi di capanne su un’area di circa 200 ettari1. È dunque chiaro come la nascita di Roma vada intesa come il lento sviluppo di un’agglomerazione di insediamenti umani che individuarono, nella sponda sinistra del fiume Tevere, ai piedi del colle Palatino, un luogo favorevole dove stabilirsi. Tutte le fonti storiografiche lodano la collocazione strategica sul Tevere, presso il guado dell’isola Tiberina, e il clima favorevole. Era facile, infatti, da una posizione del genere, tenere sotto controllo i traffici tra l’Etruria, a nord, e la Campania, a sud. Inoltre, vicino al ponte sul fiume si trovava una zona detta Salinae, il mercato del bestiame: chi controllava questo passaggio aveva in pugno l’approvvigionamento del sale verso l’interno3. La vera origine di Roma dunque fu piuttosto umile, e ciò dimostra ancora una volta come l’idea invece di un’origine divina e nobile fosse intravista come più idonea e “vendibile”.

Capanne sul Palatino nei pressi della scalae Caci (scale dell’antica Roma che mettevano in comunicazione il Palatino con il Foro Boario)

La festività non fu però seguita ininterrottamente. Fu celebrata per la prima volta dall’imperatore Claudio nel 47 d.C. per poi venir abbandonata con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Fu successivamente recuperata nel corso del Risorgimento Italiano per assumere poi, con l’esperienza del fascismo e tramite specifico decreto4, il carattere di festa nazionale denominata “Natale di Roma – Festa del lavoro”. Decreto la cui vigenza cessò nel 1945 per dare spazio, nella nuova Italia repubblicana, alla distinta festività nazionale del 1° maggio, Festa del Lavoro, e alla festività del 21 aprile, il Natale di Roma.

Valentina Zollino

Fonti:

1G. Cresci Marrone, F. Rohr Vio, L. Calvelli, Roma antica. Storia e documenti, Bologna, il Mulino, 2014, pp. 22-24.

2Livio, Storia di Roma dalla sua fondazione, vol. I (libri I-II), tr. it. C. Moreschini, Milano, BUR, 2013, pp. 238-241.

3La nascita di Roma: verità e leggende – Focus.it

4R.D.L. 19 aprile 1923, n. 833 in G.U. 20 aprile 1923, n. 93, p. 3190

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