Certamente tutti ricorderanno il grande fermento del Milano Expo del 2015, quando l’Italia ospitò tutto il mondo per mostrare il futuro del cibo. Quest’anno l’esposizione universale torna in pista e lo fa in una location particolare e contradditoria: il Kazakistan.
Contraddittorio perché affianca una fortemente radicata tradizione nomade ad una modernità in forte sviluppo, specie nella Capitale di Astana. Una grande occasione questa per un Paese sempre in cerca di una riscossa per se stesso e per l’area che lo circonda. Il Kazakistan ancora oggi rappresenta, secondo le statistiche, uno degli stati meno democratici al mondo (139° su un totale di 167 paesi secondo l’Economist).
Il tema di questa nuova grande esposizione è forse ancora più affascinante ed importante di due anni fa perchè riguarda l’energia del futuro e quindi i modi con i quali l’uomo sarà in grado, in un prossimo futuro, di sostenere il nostro mondo e la produzione nell’era del consumismo. Sono circa 115 i Paesi partecipanti (compresa l’Italia), a cui si aggiungono organizzazioni internazionali quali l’Onu, l’Unesco e l’Ocse. L’estensione totale di Expo 2017 è di 25 ettari, con 5.000 metri quadrati occupati soltanto dal padiglione kazako che ruota intorno alla gigantesca sfera, simbolo universale dell’esposizione.
Insomma, dopo il grande successo che due anni fa il Kazakistan riscosse a Milano, anche in questa edizione il Paese della “grande steppa” sarà una delle attrazioni principali.