“Qualis pater, talis filius”, quante volte ce lo siamo sentiti dire? Questa frase però non può essere applicata in alcun modo a Commodo, figlio di Marco Aurelio. Mentre il padre si dimostrò una figura saggia, la cui immagine positiva è rimasta intatta sino ad oggi, lo stesso non può essere detto di suo figlio.
Il tutto ebbe inizio subito dopo la morte dell’imperatore Marco Aurelio dopo una lunga malattia (si presuppone che fosse la peste). Quest’ultimo, dopo numerose campagne vittoriose contro le popolazioni germaniche di Quadi, Sarmati e Marcommani, era riuscito a mantenere saldo il “limes” danubiano e far ripiegare le popolazioni germaniche. Tuttavia, nel giro di poco tempo, Commodo vanificò gli sforzi del padre scendendo a patti con questi popoli. In cambio, gli furono restituiti disertori e prigionieri.
A Commodo piaceva esibirsi in scontri contro belve feroci e gladiatori. Scendeva molto spesso nell’arena e ne usciva fuori sempre vittorioso. Adesso non sappiamo se molti di questi scontri fossero davvero avvenuti (come ci riporta lo storico Cassio Dione), se fossero truccati, sta di fatto che tale comportamento mostra la sua natura vanitosa. È un genere di atteggiamento che non fu mai mostrato dal padre.
Oltre che credersi l’incarnazione di Ercole, Commodo sapeva essere molto crudele e paranoico. La combinazione dei due aspetti fece in modo che per ben tredici anni riuscì a sventare due congiure. La prima fu orchestrata da sua sorella Lucilla, alla quale il fallimento costò la vita (venne trucidata a Capri). La seconda fu opera di una delle tante concubine di Commodo, che provò ad avvelenargli il calice da cui beveva. La dose di veleno non si dimostrò sufficiente e Commodo sopravvisse.
La terza gli fu fatale: l’imperatore Commodo fu strangolato dall’istruttore dei gladiatori, Narciso, nella sala da bagno. Nonostante la pessima amministrazione dell’impero, Commodo riuscì ad onorare la memoria del padre, facendo erigere la colonna Aureliana (193 d.C.) e forse anche la famosa statua equestre che oggi è collocata all’interno dei Musei Capitolini.
Molti tuttora si chiedono perché il padre lo nominò successore. Molte sono le teorie, la più probabile è che volesse evitare una guerra civile. Tuttavia essa fu soltanto rinviata, visto che dopo la morte di Commodo, l’impero piombò nel caos, e si riprese solamente sotto la guida del “dominus”, Settimio Severo.
Articolo di Romain Iovinelli – The Marco Aurelio Project